Primo figlio, come cambia la relazione di coppia?

Primo figlio, come cambia la relazione di coppia?

Quando desiderato, un bambino porta sempre grande gioia, ma questo non rende più facile l'adattamento dei due neogenitori alla loro nuova vita. L'introduzione in famiglia di un nuovo elemento è in grado di compromettere quegli equilibri così faticosamente conquistati nel tempo dagli altri due, tanto da generare una crisi. Fondamentale è fin da subito lavorare sulla ridefinizione della coppia e sulla costruzione della propria identità di genitore, distinta da quella di amante, ma comunque in sintonia con quella del partner. 

Non è strano per un neogenitore provare stanchezza, delusione per le sensazioni che sta provando (differenti da quelle che si aspettava), un senso di inadeguatezza a rispettare le aspettative del suo nuovo ruolo; spesso, questi sentimenti, sono seguiti dal senso di colpa, sia nei confronti del partner, che del proprio figlio. C'è della difficoltà nel parlarne, soprattutto con l'altro, che in verità di solito tende a provare le medesime sensazioni.

Le motivazioni, causa di difficoltà di adattamento, sono generalmente da ricercarsi nella mal suddivisione dei compiti tra i due genitori, con mancanza di supporto reciproco, un sempre più crescente senso di responsabilità che a volte, se mal gestito e soprattutto non condiviso, può portare a un senso di oppressione, una difficoltà sempre maggiore nel riuscire a ritagliarsi dei momenti di intimità che risveglino anche la complicità tipica della coppia, prima della nascita del bambino, oppure a volte gelosia, dovuta ad un eccessiva identificazione di uno dei partner nella sua figura di genitore, dedicando totalmente le proprie attenzioni al figlio, a discapito di quelle che prima dedicava al compagno.

Come ci si difende allora? Cercare fin da subito un professionista che ci sostenga in questa transizione da coppia a famiglia è sempre una buona idea, sia perchè ci indichi le strategie migliori all'insorgere di una specifica problematicità, sia perchè quell'ora di terapia rimanga uno spazio dedicato ai due adulti che stanno affrontando la crisi.

La priorità è essere solidali e ben organizzati, sia nella gestione dei compiti nella quotidianità, sia nelle eventuali interferenze da parte delle famiglie d'origine. Un aiuto è sempre ben accetto, ma questo non deve dare adito a comportamenti invadenti o intromissioni nell'educazione e gestione del bambino; ciò porta spesso ai conflitti maggiori nella coppia. Meglio delimitare immediatamente i confini.

Non bisogna mai dimenticarsi della cura di sé stessi. Spesso i neogenitori sono così concentrati sul soddisfacimento delle necessità del bambino da dimenticarsi delle proprie. Anche solo ricavarsi 20 minuti nell'arco di una giornata per farsi una doccia diventa inimmaginabile e sicuramente impossibile senza il sostegno dell'altro.

Un altro aspetto da non trascurare è il riscoprire la sessualità. Normalmente questa tende a calare con la nascita del figlio, meglio ricercare fin da subito l'equilibrio perduto e affrontare le proprie insicurezze dovute ai cambiamenti subiti dal corpo dopo la gravidanza e il parto. Per fare ciò è importante ritagliare in casa lo spazio della coppia e quello del bambino. Tenere in camera il figlio, se non nei primissimi mesi, dovuto alla comodità di raggiungerlo nelle frequenti poppate notturne, è un errore comune da non sottovalutare. Rende impossibile il ritagliarsi spazi di intimità e spesso può essere un mezzo utilizzato, anche inconsciamente, per non affrontare le proprie paure.