Cosa differenzia uno psicoterapeuta da uno psicologo?

Cosa differenzia uno psicoterapeuta da uno psicologo?

A questa domanda non si può rispondere, perché la figura dello psicologo e quella dello psicoterapeuta non sono differenziate, né sono differenziabili. La figura professionale è una solamente ed è quella dello psicologo. Il codice deontologico stesso si riferisce sempre ai professionisti del settore come psicologi. Il codice ci dice che chi decide di fare una scuola di specializzazione può fare la psicoterapia, cioè può applicare in maniera appunto specialistica  concetti, tecniche e strumenti appresi durante la medesima scuola. Per cui, se uno psicoterapeuta, durante una seduta decide di utilizzare tecniche di role playing,  sta facendo psicoterapia a orientamento psicodrammatico perché sta utilizzando una tecnica della scuola in cui si è specializzato. 

A questo punto, uno psicologo può utilizzare tecniche di role playing durante i suoi colloqui? La risposta è ovviamente affermativa, perché tutto ciò rientra tra le tecniche e gli strumenti della psicologia, semplicemente non può dire di fare psicoterapia psicodrammatica, ma può solo dire di star facendo terapia psicologica utilizzando tecniche di role playing. Ovviamente lo psicologo deve saperlo fare, deve essersi preparato per utilizzare tale strumento. Può averlo appreso durante il tirocinio, oppure durante la sua terapia personale,  può aver fatto master e corsi di aggiornamento, etc. Già questo ci fa capire come ci si nasconde dietro le parole. Una viene definita psicoterapia, l'altra terapia psicologica. In maniera informale molti professionisti (per lo più psicoterapeuti) tentano di differenziare le due figure dicendo che lo psicologo può vedere un numero limitato di volte i pazienti, oppure non può accogliere pazienti con psicopatologia, o addirittura che deve limitarsi al supporto. Per quanto riguarda il numero limitato di sedute, non c'è nessuna regolamentazioni in proposito e lo stesso codice ci dà indicazione della durata del trattamento suggerendo di tenere il paziente fino a quando pensiamo di essere utili (art. 27). Per quanto riguarda la gravità del caso, chi sostiene che lo psicologo non cura, dimentica uno degli articoli fondamentali del nostro codice (art. 1), in cui si parla sì di supporto, ma anche di abilitazione e riabilitazione. Che cos'è la riabilitazione di una condizione preesistente all'insorgere di una sintomatologia, se non una cura? In questo caso nascondersi dietro le parole è un po' più complicato, perché se vogliamo proprio sostenere che lo psicologo non cura, dobbiamo sostenere che non lo fa neanche lo psicoterapeuta perché la professione di quest'ultimo è psicologo, l'albo in cui è iscritto è quello degli psicologi, il suo codice deontologico è quello degli psicologi.             

A questo punto, direte voi, allora la scuola di psicoterapia a cosa serve? La scuola è un tipo formazione, ma non l'unica. Chi frequenta la scuola è esentato dagli ECM per i 4 anni di scuola, perchè questi vengono equiparati alle formazioni esterne, come per esempio master a pagamento, chi non la frequenta dovrà accumularli con corsi differenti; questo significa  che dopo 4 anni avranno alle spalle una formazione continua. 

Adesso dopo tutto questo lungo articolo vi sembrerà strano, ma io sono un grande sostenitore delle scuole di psicoterapia. Secondo me la scuola è un'esperienza illuminante, trasformativa, che effettivamente può cambiare te stesso e il tuo modo di svolgere la professione e può anche darti tantissime competenze, ma dobbiamo smetterla di vederla come una nuova professione. Questa non è null'altro che una tipologia di formazione, ma dobbiamo sempre tenere a mente che la professione è quella dello psicologo. Qualcuno sarà psicologo specializzato in terapia sistemico relazionale, un altro sarà psicologo esperto in psicodiagnostica e mindfullness, un altro ancora sarà esperto in arte-terapia. Tra questi qualcuno avrà frequentato una scuola, altri dei master. Qualcuno sarà più bravo, qualcun altro sarà meno bravo, ma questo va al di là del tipo di formazione, ma piuttosto sarà legato alle caratteristiche proprie del professionista. Qualcuno sarà in grado di trattare pazienti con  una psicopatologia importante, altri invece non ne saranno in grado o decideranno di non farlo. Ciò che è importante come professionisti sanitari, è che tutti agiscano in scienza e coscienza, consapevoli delle proprie capacità, ma soprattutto dei propri limiti.